Interviste

martedì 17 ottobre 2017

REVIEW PARTY "La via di casa" di Louise Penny {PIEMME}

Buongiorno amici dei libri, bentornati in un nuovissimo Review Party!
Quest'oggi, insieme ad alcune amiche vi proponiamo la recensione di un nuovo capitolo delle avventure dell'ispettore Gamache, edito da Piemme ed in libreria da oggi!

,

Titolo: La via di casa
Titolo originale: The long way home
Autore: Louise Penny
Editore: Piemme
Genere: Thriller
Pagine: 419
Prezzo: 19,50€
Data di uscita: 17 ottobre 2017

A Three Pines, piccola cittadina del Québec, immersa nell'idilliaco sud dai paesaggi punteggiati di pini maestosi, è difficile che accada qualcosa. È qui che Armand Gamache sta vivendo gli anni della pensione, dopo una carriera come ispettore capo della Omicidi. Ma c'è qualcuno che viene a disturbare la sua quiete, fatta di letture colte e tranquille serate estive. Clara Morrow, la vicina di casa, famosa pittrice. Suo marito Peter, un artista anche lui, sembra scomparso: Clara ha un brutto presentimento e un grande bisogno di ritrovarlo. Per l'ex ispettore, lasciare Three Pines è uno sforzo sovrumano, ma alla fine accetta di aiutarla. Comincia così un viaggio alla ricerca di un uomo che diventa sempre più misterioso man mano che il tempo passa. Un viaggio che porterà Gamache fino all'area più desolata della regione, quella del grande fiume San Lorenzo, un posto talmente "dannato" che i primi marinai che vi capitarono lo definirono «la Terra che Dio donò a Caino». E lì, lontano da casa e sempre più vicino al cuore nero dell'uomo che sta cercando, Gamache scoprirà qualcosa che non avrebbe creduto possibile. 



Armand Gamache è un ex ispettore capo della sezione omicidi della Sureté du Québec, e da pochi anni ha deciso di ritirarsi a Three Pines, un piccolo villaggio dove potersi riprendere dalle fatiche che gli ha lasciato il suo vecchio impiego e per godersi la pensione al fianco di Reine-Marie, sua moglie, e insieme al pastore tedesco, ereditato dalla ex proprietaria della casa in cui vive. La sua nuova vita è semplice, fatta di piccoli gesti e piccole gioie quotidiane in una comunità unita e in pace. Le sue giornate passano tra passeggiate, letture e momenti con i concittadini all'insegna del buon umore e delle battute di spirito.
In particolare instaurano, lui e sua moglie, un bel rapporto con Clara, una giovane artista vicina di casa e con Myrna, ex psicologa che ora gestisce un negozietto di libri e da cui ogni tanto l'ex ispettore si reca per una seduta.
Un giorno, dopo molti tentennamenti, l'artista Clara, conscia delle abitudini di Gamache, lo raggiunge sulla panchina, che troneggia sul paesino e su cui l'uomo è solito leggere sempre lo stesso libro, per porgli una velata richiesta di aiuto; suo marito Peter, infatti, è sparito: la coppia aveva deciso di prendersi un anno di pausa di riflessione e decidere il da farsi sulla loro relazione che stava avendo delle difficoltà e, nonostante l'accordo prevedesse in ogni caso un contatto tra i due dopo l'anno, l'uomo non lo rispetta sparendo apparentemente nel vuoto.
Con l'aiuto di Jean-Guy Beauvoir, suo genero ed ex collega, Gamache, nonostante il bisogno di rimarginare le sue ferite fisiche ed emotive, non resiste alla sua natura e si imbarca alla ricerca di Peter; Clara e Myrna decidono di 'arruolarsi' per la causa e tutti e quattro cominciano un viaggio alla ricerca delle tracce di Peter, anch'esso un artista, e studiandone le opere riusciranno a seguirne l'anno di buio. La ricerca dell'uomo li porterà anche in posti lontani e misteriosi svelando poco a poco che sotto l'immagine d'artista si nasconde molto di più.


La musica di Three Pines. Era come un mormorio, un inno, un rituale rassicurante.
La sua vita non aveva mai avuto un ritmo. Ogni giorno era stato imprevedibile e aveva creduto di amare quell’irregolarità. Aveva pensato che fosse nella sua natura. Non aveva mai conosciuto l’abitudine. Fino a ora.

"La via di casa" è un romanzo elegante e suggestivo, caratterizzato da elementi culturali importanti, e sicuramente molto diverso dai volumi precedenti che raccontano le avventure di Armand Gamanche, ispettore capo della omicidi; questo romanzo invece racconta degli anni di pensionamento di Gamache, e sicuramente questo rende il ritmo della storia più lento rispetto alle altre.
Il ritmo, appunto, è lento, forse perchè molto spesso Armand e Jean-Guy hanno dovuto seguire i pensieri e le indicazioni di Clara, a cui viene affidato il comando, ma che non è sicuramente avvezza alle investigazioni; questa cadenza lenta ha sia lati positivi sia negativi, il lettore che è alla ricerca di una storia trascinante su tutti i fronti potrebbe rimanere deluso e annoiarsi, però la scansione ritmica rallentata ci consente un esame più accurato della sfera emozionale dei personaggi. 
Gamache oltre che un uomo rispettoso di tutti coloro che gli stanno intorno è un leader, gentile ed intelligente anche se nasconde di profonde ferite, fisiche e psichiche, che sta cercando di risanare nella bolla di cristallo che è il suo piccolo villaggio; mentre Peter, il marito di Clara scomparso, nasconde molti più segreti di quanto possa immaginare, dietro all'apparenza si nasconde un uomo disperato e alla ricerca di uno slancio per rinvigorire la sua arte, talmente disperato da tentare di sabotare anche l'arte della moglie. Attraverso la sua arte possiamo capire molto di Peter e molta attenzione viene data a questa, che verrà usata per la ricerca dello scomparso e per tracciare il suo anno di buio.

Chartrand aprì la porta e accese le luci. Gamache camminò verso il centro della stanza e stette lì in piedi. Si rese conto, un po’ allarmato, che gli veniva da piangere. 
Lì, intorno a lui, c’era il suo patrimonio. Il suo paese. La sua storia. Ma c’era dell’altro. Su quella parete c’era quello che aveva dentro. In mostra.
Le case dipinte di colori accesi. Rosso e senape. Il fumo che si disperdeva dai comignoli. Le guglie delle chiese. Le scene invernali. La neve sui larghi rami dei pini. I cavalli e le slitte. La luce fioca attraverso le finestre nella sera. 
L’uomo con la lampada a olio. Che cammina sul sentiero aperto tra gli alti muri di neve. Verso la sua casa in lontananza. Gamache si voltò. Era circondato. Immerso. Non annegava, stava a galla. Era un battesimo.

All'inizio veniamo 'bombardati' da un'incredibile serie di informazioni su tutti gli abitanti che, però, piano piano vengono collocati con maestria all'interno della storia, in modo che tutto collimi e ci faccia trovare risposte che altrimenti non capiremmo. Ogni personaggio, poi, viene introdotto e scoperto man mano nel profondo, anche coloro che sono meno importanti ai fini della storia; nonostante tutti trovino il loro posto nella storia, a volte ho faticato a rapportarmi con alcuni di loro, poiché come è naturale che sia non è facile sempre provare empatia per tutti.


«Una musa dovrebbe ispirare un artista, giusto?» disse Jean-Guy.
«Oui» rispose Chartrand. «C’era la Victorine di Manet e la Joanna Hiffernan di Whistler...» Fece una pausa. «Che strano.»
«Cosa?» chiese Gamache.
«Entrambe hanno ispirato quadri che sono finiti nel primo Salon des Refusés.»
«Non è un granché per delle muse» disse Jean-Guy.
«Ma ci sono moltissimi esempi» continuò Chartrand. 
«E anche quei due dipinti sono stati considerati geniali più avanti.»
«Grazie alle muse?» chiese Jean-Guy. «Non pensa che sia stato per il talento degli artisti?»
«Absolument» rispose Chartrand. «Ma quando un grande artista incontra la sua musa succede qualcosa di magico.»
Ecco di nuovo quella parola, pensò Gamache. Magia.

La scrittura dell'autrice è puntellata di frasi profonde che servono a valorizzare la storia, le descrizioni sono evocative, e le ambientazioni sono ricche di dettagli, quasi fossero una vera e propria cartolina facendo venire nel lettore molta voglia di viaggiare. I dialoghi sono fluidi e ben articolati, l'autrice integra una buona dose di poesia, letteratura ed arte alterata a momenti di umorismo rendendo il romanzo emozionante, coinvolgente, riflessivo, commovente e molto simpatico. Mi piace pensare che la prosa di Louise Penny sia 'poetica'. 
Interessante come perfino attraverso la presenza del dolcissimo pastore tedesco di Gamache ci viene trasmesso il senso della perdita e della guarigione dell'anima.
Questo non è il classico thriller tutto cadaveri ed omicidi, ma sa comunque attirare l'attenzione del lettore in maniera magistrale.
Indicato per i lettori più introspettivi, che oltre allo spargimento di sangue e mistero, sono alla ricerca della loro via per arrivare a casa.


Henri si voltò rizzando le orecchie al suono di quel nome. 
Emilie.
L’anziana che l’aveva trovato al canile quando era un cucciolo. L’aveva portato a casa. Gli aveva dato un nome e l’aveva amato e cresciuto, fino al giorno in cui era scomparsa ed erano arrivati i Gamache, e l’avevano portato via. L’aveva cercata per mesi. Annusando l’aria per trovare il suo odore. Rizzando le orecchie al rumore di ogni auto che passava. Di ogni porta che si apriva. Aspettandosi che Emilie tornasse a prenderlo. A salvarlo di nuovo e a portarlo a casa. Finché un giorno aveva smesso di stare in guardia. Di aspettare. Non aveva più bisogno di essere salvato.



VI RICORDO CHE PER POTER LEGGERE LE ALTRE RECENSIONI NON DOVETE FAR ALTRO CHE CLICCARE SUI LORO NOMI, QUI SOTTO, PER VOLARE SUI BLOG COINVOLTI IN QUESTO REVIEW PARTY!

CHIARA IN BOOKLAND


E VOI?
 LO CONOSCETE GIA' L'ISPETTORE CAPO GAMACHE?

Enjoy,
Chiara

2 commenti:

  1. Ciao, sono una nuova follower! Non conoscevo la serie dell'ispettore Gamache, ma questo libro non sembra niente male! È da un po' che non leggo un bel thriller, mi segno subito questo titolo!
    Fai un salto anche da me, se ti va :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao! Benvenuta!
      Secondo me, per poter godere a pieno di questo romanzo andrebbero letti anche gli altri prima, anche perchè questo è un romanzo un po' più tranquillo... se sei alla ricerca di emozioni forti questo forse non è il libro giusto, se invece cerchi un thriller un po' meno 'ansiogeno' questo è perfetto!
      Passo con piacere!

      Elimina